Agli ordini!
All’inizio della Quaresima, siamo andati nel deserto, spinti dallo Spirito Santo. Poi Gesù ci ha portati sul monte, a contemplare il vero volto di Dio. E oggi eccoci qui, sul Sinai, a sentir “tuonare” la Sua voce…
Siamo abituati a parlare dei “Dieci comandamenti”… li abbiamo imparati a memoria e alla stessa maniera li insegniamo ai nostri figli. Ci abbiamo fatto spesso l’esame di coscienza. Quando pensiamo ai comandamenti, spesso appare nella nostra mente un Preside cattivo che illustra alle matricole le rigide regole del suo Istituto, o un tenente che urla sulla faccia delle nuove reclute per mettere subito in chiaro le cose. I nostri fratelli maggiori nella fede (gli Ebrei) non li chiamano comandamenti ma “Le Dieci Parole”.
Anzitutto noi dimentichiamo sempre l’inizio di queste Parole. Invece il pio Israelita ripete ogni giorno un ritornello che apre la sua preghiera: “Shemà Israel”, cioè “Ascolta, Israele”. Ma che cosa occorre ascoltare?
«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto...».
Già. Ecco. Non ci ricordiamo mai di ciò che Dio ha già fatto e continua a fare per noi. Prima di domandarci qualunque cosa, Dio desidera che gli lasciamo ri-raccontare brevemente chi è Lui per noi: «Io non sono quello che ti vuol fare tribolare, o che ti manda le malattie, o che si disinteressa di te. Io sono il Dio che ti ha dimostrato mille volte attenzione, premura, affetto…». Non sono quindi dieci “comandamenti”, come se si trattasse del Codice della strada. Sono indicazioni, proposte, percorsi. Non promettono la vita eterna, ma colmano la vita presente indirizzandola verso Dio. Sono indicazioni per raggiungere Dio e diventare più uomini. Il Dio che ci ha creato e sa bene “come funzioniamo” ci offre anche il libretto delle istruzioni, una serie di indicazioni semplici per vincere il buio che scopriamo dentro di noi, per sanare la paralisi del peccato. Sono dieci parole per vivere, piene di buon senso, date per svelare all’uomo il segreto della vita, una vita in pienezza. Dieci parole semplici, brevi e concise per essere memorizzate da tutti, indicazioni preziose per scoprire il segreto della felicità. Indicando la parte oscura della vita, ci invitano ad essere prudenti, ad evitare i pericoli e gli inganni della realtà, ci svelano che il peccato è male perché ci fa del male.
Noi invece sentiamo spesso queste parole come un’antipatica “prepotenza” di Dio, come se Egli fosse invidioso della nostra libertà e volesse tarparci le ali con una minuziosa serie di obblighi senza senso.
Una visione così distorta di Dio rischia di rendere grottesco perfino il volto di Gesù («chi vede me vede il Padre»). Purifichiamo il nostro cuore da quest’orrenda visione della Legge!