Nostra Signora
Nostra Signora del Sacro Cuore: una devozione introdotta prima ancora che nascesse la nostra Parrocchia per un Voto solenne fatto dalla popolazione in occasione di un’epidemia. Quello di “Nostra Signora del Sacro Cuore” è un titolo portato in Italia dalla Francia (probabilmente dai nostri antenati emigranti boscaioli).
Prendiamo l’occasione di conoscere un po’ la storia di una delle nostre Devozioni più antiche e sincere.
Questo titolo in onore di Maria ha avuto origine dal cuore di un umile e ardente sacerdote di Francia, il Padre Giulio Chevalier, Fondatore della Congregazione religiosa dei Missionari del Sacro Cuore. Da seminarista era rimasto fortemente colpito dalle lezioni sul Sacro Cuore. Intuì che la Francia, tanto inaridita spiritualmente dagli anni della Rivoluzione, avrebbe avuto bisogno di un forte risveglio, se avesse potuto conoscere a fondo cosa significava guardare nel profondo del Cuore di Gesù. Diceva l’antica profezia: “Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto”. Tuttavia era necessario che ci fosse qualcuno che mostrasse quel Cuore trafitto. Nel 1853 Chevalier fu ordinato sacerdote. S’incontrò casualmente a Issoudun con un ex compagno di studi che più degli altri si era trovato in sintonia con i suoi ardenti pensieri. Fantasia di menti giovanili? Perché non chiedere aiuto a Maria Santissima?
Iniziarono una Novena. Il loro patto con Maria stabiliva che, se avessero avuto un segno evidente dell’approvazione divina ai loro progetti, essi come missionari, una volta iniziata l’opera di diffusione della devozione al Cuore di Cristo, avrebbero onorato la Madonna in una maniera del tutto particolare. La Novena terminava l’8 dicembre 1854, giorno in cui Pio IX proclamava il dogma dell’Immacolata Concezione. Fu proprio in quel giorno che si presentò in Sacrestia un signore per annunciare che era a loro disposizione una somma destinata, nei desideri dell’offerente, ad avviare un’ opera missionaria. Maria aveva dato la risposta. Finalmente, nel 1857 egli si sentì pronto a dare questo annuncio a sacerdoti e confratelli presenti: Noi onoreremo Maria Santissima con il titolo di “Nostra Signora del Sacro Cuore”!
Ci è stata conservata la cronaca-testimonianza di quel pomeriggio in cui Padre Chevalier, per la prima volta, aprì il suo cuore ai Confratelli sul modo che aveva scelto per adempiere il voto fatto a Maria.
Nell’estate del 1857, i Padri erano a ricreazione, all’ombra dei tigli, insieme ad alcuni sacerdoti diocesani. Padre Chevalier si sentiva ormai pronto a svelare il segreto che, da quasi due anni, portava in cuore. In questo tempo egli aveva studiato, meditato e soprattutto pregato. Nel suo spirito c’era ormai il profondo convincimento che il titolo di Nostra Signora del Sacro Cuore, da lui “scoperto”, nulla contenesse che fosse contrario alla fede e che, anzi, proprio per questo titolo, Maria Santissima avrebbe ricevuto nuova gloria e avrebbe portato gli uomini al Cuore di Gesù. Perciò, in quel pomeriggio, del quale non conosciamo la data precisa, egli aprì finalmente il discorso, con una domanda che sembrava piuttosto accademica: “Quando sarà costruita la nuova chiesa, non vi mancherà una cappella dedicata a Maria Santissima. E con quale titolo la invocheremo?”.
Ognuno disse la sua: l’Immacolata, la Madonna del Rosario, il Cuore di Maria ecc. ...
“No! - riprese il Padre Chevalier – noi dedicheremo la cappella a NOSTRA SIGNORA DEL SACRO CUORE!”.
La frase provocò, lì per lì, silenzio e perplessità generale. Nessuno aveva mai udito, tra i presenti, questo nome dato alla Madonna.
- “Ah! Ho capito - fece infine il Padre Piperon - è un modo per dire: la Madonna che è onorata nella chiesa del Sacro Cuore”.
- “No! È qualche cosa di più. Noi chiameremo così Maria perché, come Madre di Dio, essa ha un grande potere sul Cuore di Gesù e per essa noi possiamo andare a questo divin Cuore”.
- “Ma è una novità! Non è lecito fare questo!”.
- “Novità! Meno di quanto voi pensiate...”.
Ne venne fuori una grossa discussione e Padre Chevalier cercò di spiegare a tutti quello che egli intendeva. L’ora della ricreazione stava per terminare e Padre Chevalier chiuse l’animata conversazione volgendosi scherzosamente al Padre Piperon, il quale più degli altri si era mostrato, dubbioso: “Per penitenza scriverai intorno a questa statua dell’Immacolata (una statuetta che era nel giardino): Nostra Signora del Sacro Cuore, prega per noi!”. Il giovane sacerdote obbedì con gioia. E fu il primo omaggio esterno reso, con quel titolo, alla Vergine Immacolata.
Che cosa intendeva, il Padre Chevalier, con il titolo che aveva “inventato”? Voleva soltanto aggiungere alla corona di Maria un abbellimento puramente esteriore, o il termine Nostra Signora del Sacro Cuore aveva un contenuto, un significato più profondo? La risposta dobbiamo averla soprattutto da lui. Ed ecco che cosa si può leggere in un articolo apparso sugli Annali francesi tanti anni fa:
Pronunciando il nome di Nostra Signora del Sacro Cuore, noi ringrazieremo e glorificheremo Dio di avere scelta Maria, tra tutte le creature, per formare nel suo grembo verginale il Cuore adorabile di Gesù. Noi onoreremo specialmente i sentimenti di amore, di umile sottomissione, di rispetto filiale che Gesù ha portato nel suo Cuore per sua Madre. Noi riconosceremo per mezzo di questo titolo speciale che riassume in qualche modo tutti gli altri titoli, il potere ineffabile che il Salvatore ha dato a Lei sul suo Cuore adorabile. Noi supplicheremo questa Vergine compassionevole di guidarci al Cuore di Gesù; di rivelarci i misteri di misericordia e di amore che questo Cuore racchiude in sé; di aprire per noi i tesori di grazie di cui è la sorgente, di far discendere le ricchezze del Figlio su tutti quelli che La invocano e che si raccomandano alla sua potente intercessione. Inoltre noi ci uniremo alla Madre nostra per glorificare il Cuore di Gesù e riparare con Lei le offese che questo divin Cuore riceve dai peccatori. E infine, poiché il potere di intercessione di Maria è veramente grande, noi confideremo a Lei il buon esito delle cause più difficili, delle cause disperate, sia nell’ordine spirituale che nell’ordine temporale. Tutto questo possiamo e vogliamo dire quando ripetiamo l’invocazione: “Nostra Signora del Sacro Cuore, prega per noi”.
Il Padre Chevalier non aveva pensato sul momento se fosse possibile esprimere questo nome con una particolare immagine. Ma, in un secondo tempo, egli si preoccupò anche di questo. La prima effigie di Nostra Signora del Sacro Cuore risale al 1861 ed è impressa su una vetrata della chiesa del Sacro Cuore a Issoudun (costruita in poco tempo per lo zelo del Padre Chevalier e con l’aiuto di tanti benefattori). L’immagine prescelta era l’Immacolata (così come appariva nella “Medaglia miracolosa” di Caterina Labouré); ma - ecco la novità - in piedi, davanti a Maria, è Gesù, in età di fanciullo, mentre mostra il suo Cuore con la sinistra e con la destra indica la Madre sua. E Maria apre le braccia accoglienti, quasi per stringere a sé in un unico abbraccio il Figlio suo Gesù e tutti gli uomini. Nel pensiero del Padre Chevalier, quest’immagine simboleggiava, in maniera plastica e visibile, il potere ineffabile che Maria ha sul Cuore di Gesù. Gesù pare che dica: “Se volete le grazie di cui il mio Cuore è la sorgente, rivolgetevi a mia Madre, essa ne è la tesoriera”.
L’immagine fu cambiata nel 1874 per desiderio di Pio IX in quella che oggi è da tutti conosciuta e amata: rappresentava la Vergine in piedi sopra il serpente e tenendo il Bambino in braccio, con una mano sotto il cuore del Figlio, mentre lo stesso Bambino aveva le sue braccia stese.